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sabato 20 gennaio 2007
Chess minds
Giocare a scacchi richiede memoria e molta concentrazione, ma soprattutto, se vuoi tenere viva la partita, non ti puoi permettere il minimo errore. Ci sono regole, schemi, strategie da conoscere, c'è una storia lunghissima dietro a questo gioco nato per uno stravagante regalo di un bramino indiano al suo re, per alleviare i dolori causati dalla morte del figlio in battaglia. Il re, giocando con il suo nuovo regalo, imparò che non si poteva vincere senza sacrificare almeno un pezzo (come aveva fatto con suo figlio) e, per questo, si mise l'animo in pace. La leggenda vuole che il re volle offrire al bramino una ricompensa: dopo varie esitazioni il bramino, osservata bene la scacchiera, disse al re che gli avrebbe dovuto dare un chicco di grano per la prima casella, due per la seconda, quattro per la terza e così via... Il re, sorpreso da una richiesta così umile, chiamò a raccolta i suoi matematici: per adempiere alla richiesta non sarebbero bastati i raccolti di grano di 800 anni di regno! I grandi campioni della storia degli scacchi appartengono però all'epoca recente: il primo grande campione fu Steinitz nel 1866; altri grandi furono Capablanca, Lasker, Anderssen (che disputò la partita più geniale mai giocata, divenuta famosa come "Immortal game", citata anche in Blade Runner di Ridley Scott) . A partire dagli anni '50, tra i GM (grandi maestri) di scacchi più forti ci sono Botvinnik, Fischer, Karpov e, il più grande di tutti, Kasparov.
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Scacchi