domenica 14 gennaio 2007

Stand by me-Un film corale sull'amicizia

Stand by me-Ricordo di un'estate di Rob Reiner-USA 1986

Quando ho visto per la prima volta questo film ho immaginato subito un paese immerso in una verdeggiante campagna americana piena di odori squisiti, poche case e molta tranquillità...
Tipico background paradossale di molti romanzi di Stephen King, indiscusso re dell'Horror.
La cittadina è in realtà Castle Rock e si trova nell'Oregon... adoro quella terra! Così piena di fascino, mistero, eppure così semplice e così naturale. Anche David Lynch ha nascosto le paure e gli incubi deliranti di Twin Peaks dietro quelle colline, quei boschi così accoglienti. La voce fuori campo del film è davvero poetica, coinvolgente, è la voce del protagonista che racconta un ricordo puro di amicizia ormai lontano nel tempo... il tempo perduto di un'avventura in quei boschi, alla ricerca di un corpo travolto da un treno. Reiner è molto elegante nel raccontare questa storia e ciò che mi rimane impresso di questo film sono i volti spensierati dei quattro giovani protagonisti, immortalati per sempre in questa pellicola cinematografica. Ciò che conta nel cinema è raccontare, immaginare, ricordare qualcosa che ci sta a cuore, e questo film più di altri mi riporta ai tempi fanciulli; un film evocativo che appartiene alla memoria più vera e sincera.

venerdì 12 gennaio 2007

Pure genius-Music and Movies

Pensate a un film di Kubrick... nella mente una sinfonia di immagini in movimento orchestrate con incredibile precisione, pensate alla nona di Beethoven che scandisce gli attimi brillanti delle scene di "Arancia meccanica". La perfezione, il genio compositivo, nella musica come nelle immagini. Si capisce presto perchè uno come Kubrick utilizzi la sinfonia di un genio musicale come Ludwig Van Beethoven. Non poteva essere altrimenti. Quel film poteva avere solo quella musica così come "2001 odissea nello spazio" non poteva che unirsi alle musiche di Richard e Joahn Strauss. La perfezione dell'universo, le armonie, le melodie, che si ripetono all'infinito.
Kubrick e Hitchcock a livello tecnico sono impareggiabili, i movimenti della cinepresa sono virtuosi e giocano con lo spettatore, soprattutto l'uso del carrello in Kubrick è ineguagliabile.
Il genio riesce in tutto, così ha fatto Kubrick manipolando i generi filmici, adattandoli alle sue esigenze diegetiche e metaforiche; dai film di guerra come "Orizzonti di gloria" e "Full Metal Jacket" agli horror come "Shining", fino al suo film testamento, "Eyes wide shut", un viaggio esistenziale nel profondo della psiche che lo unisce direttamente a David Lynch, unico grande degno erede del vero cinema d'autore, ormai sempre più raro di questi tempi.




Se Kubrick è il Beethoven del cinema, David Lynch è Ray Charles: l'istinto sopra a tutto.

Pensate a "Twin Peaks", un labirinto magico e misterioso ai confini del surreale, ma più vicino che mai alle nostre inquietudini e paure abituali. Un film di Lynch è una scatola magica dell'illusionista, da dentro può uscire di tutto... "Eraserhead" e "Mullholland Drive" sono viaggi nell'inconscio profondo e sono pieni di elementi pittorici, sembrano quadri espressionisti e surrealisti. Un simbolo ha varie interpretazioni in Lynch ma funziona soltanto se confrontato con gli altri elementi del film: cosa significa l'elettricità in "Twin Peaks"? Non lo sappiamo di preciso, ma se guardiamo attentamente nei dettagli tutto ha un senso, anche se possiamo tranquillamente affermare che ci troviamo di fronte a un non senso. Cinema da decifrare, cinema che attiva la mente, proprio perchè è fatto con l'istinto, con i sogni e con la memoria e non con schemi già pronti. Ray Charles aveva lo stesso approccio con il Jazz e il blues, come diavolo faceva a tirare fuori quei riff taglienti e quegli arrangiamenti geniali? Non si sa, ma da qualche parte provengono e hanno un senso...

Il puro genio non lo si può capire, possiamo soltanto avvicinarci a lui, ma qualcosa sfugge e se lo porterà con sé per sempre, lasciando aperto un sentiero da percorrere.



giovedì 11 gennaio 2007

"The Doors" Cover Band Project

Nasce casualmente, quasi per inerzia, questo progetto che trova una solida partecipazione e approvazione spontanea di noi musicisti per passione: Jim Morrison è un icona importante e mistica della storia del Rock. "The Doors", il gruppo che ha fatto poesia psichedelica con i suoni profondi del blues, che ha unito ballate emozionanti a ritmi travolgenti...

Vedremo fino a dove possiamo spingerci nel tentare di ricreare quelle atmosfere magiche che da una spiaggia di Venice in California sono diventate leggenda.

Un omaggio a "The Lizard King" e i suoi tre fantastici musicisti, Desmond, Krieger e Manzarek.
Suonare questa musica, come quella dei Led Zeppelin e dei Queen è sempre stato emozionante, ma devo dire che la volontà di partecipare a questo progetto è stata stimolata dalla mia visita alla tomba di Jim a Pere-Lachaise a Parigi, che ha risvegliato in me la passione per questa musica senza tempo.