mercoledì 25 aprile 2007

Il grande illusionismo e l'arte della magia

La storia della magia è quanto di più affascinante ci possa essere. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi e nessuno saprà mai con certezza chi fu il primo essere umano che stupì i propri simili con esperimenti magici.Qualcuno racconta che già all' età della pietra un uomo facesse levitare la propria clava generando lo stupore della gente e, si presume, acquistando potere presso le tribù primitive. Il curioso aneddoto è stato raccontato da Silvan qualche anno fa in una rivista per bambini ma non vi sono prove che ne confermino l'autenticità. Certo è che nella preistoria vi era già un 'senso del magico' come si deduce dalle incisioni rupestri e dalle pitture nelle caverne, in alcuni casi veri e propri riti magici.




Ma il primo vero riferimento collegabile alla prestidigitazione ci viene dall' Egitto, popolo con una civiltà dallo sviluppo di gran lunga superiore a quello delle altre popolazioni dell' epoca. Il papiro Westcar racconta che alla corte del faraone Cheope (quello della grande piramide, per intenderci) viveva e si esibiva un mago in grado di compiere prodigi che, naturalmente, venivano spacciati per manifestazioni soprannaturali.
Tagliava ad esempio la testa ad un'oca e riponeva il corpo da una parte del salone e la testa dalla parte opposta. Ad un suo gesto, stando al racconto, il corpo e la testa iniziavano a muoversi l'uno verso l'altra fino che alla fine, ricongiungendosi, permettevano all'animale di continuare a vivere.
Oggi l' effetto sarebbe ripetibile, conoscendone il trucco, da qualsiasi illusionista, ma a quel tempo chi faceva tali cose veniva considerato un emissario divino e, come tale, acquistava il rispetto e il timore del popolo.
Nel particolare di un altro noto documento egizio ci viene inoltre tramandata un' immagine in cui sembra che un uomo stia eseguendo un gioco molto simile agli odierni bussolotti, effetto classico della prestidigitazione da tavolo di cui il massimo esecutore e diffusore sarebbe stato, secoli dopo, l' italiano Bartolomeo Bosco, di cui parleremo più avanti.
Anche dalla Bibbia sappiamo che alla corte del faraone vi erano dei "maghi". Quando infatti Mosè e Aronne si presentarono per chiedere la liberazione del popolo di Israele vi fu una vera e propria dimostrazione di arte magica. Aronne, in quell' occasione, scagliando il proprio bastone a terra, lo trasformò in serpente.
La cosa non impressionò più di tanto il faraone che, rivolgendosi ai propri maghi fece loro ripetere immediatamente l' esperimento. Il trucco, che consiste in un particolare tipo di cobra che si irrigidisce completamente (assumendo l'aspetto di un bastone) facendo pressione su una certa ghiandola, era evidentemente conosciuto già allora (circa 4000 a.c.) insieme a chissà quanti altri artifici che, purtroppo, non ci vengono tramandati. Anche al tempo di Gesù vi sono riferimenti indiretti ai "prestigiatori" dell' epoca. Quando infatti il Cristo compiva dei miracoli, i capi Sacerdoti non mancavano di accusarlo di usare 'trucchi' facendoci capire che, evidentemente, altri avevano cercato artificiosamente di compiere prodigi, magari spacciandosi per l' atteso Messia.Nei secoli successivi la magia acquista un potere sempre più forte, anche se non ancora come forma di spettacolo, fino a divenire una sfida per il Cristianesimo.
Nell XI secolo inizia così una vera e propria crociata contro maghi e stregoni che venivano spietatamente torturati e uccisi dall' Inquisizione con l' accusa di stregoneria. Anche chi era solamente sospettato di compiere tali pratiche non aveva scampo e vi fecero le spese, secondo la tradizione, anche molti prestigiatori dell' epoca.
La rinascita dell' arte magica fu lenta e i primi riferimenti ai "nuovi" maghi sono del XV secolo. Negli anni successivi la magia diventa finalmente arte di intrattenimento: i prestigiatori, o "giocolatori" come venivano chiamati, stupivano e divertivano la gente per la strada senza alcuna pretesa, si presume, di avere poteri soprannaturali. Nel 1584 viene pubblicato il primo libro per spiegarne i trucchi: "The discovery of witchcraft" (La scoperta della stregoneria) ad opera di Reginald Scot. Ma l' influenza dei secoli bui era ancora forte e il Re d' Inghilterra Giacomo I ritirò e diede alle fiamme tutte le copie reperibili della prima edizione sostenendo che streghe e stregoni dovevano essere bruciati sul rogo. Persino il libro di Scot fu considerato 'eretico' e come tale dato alle fiamme. Se ne salvarono pochissime copie. Ma erano le ultime 'scintille' di una mentalità vecchia destinata comunque a scomparire. Nel XVII secolo, infatti, vi fu il moltiplicarsi degli artisti che, dalla strada, passarono addirittura nei salotti dei nobili per divertire e stupire con la loro arte. Dell' epoca ricordiamo il prestigiatore Alberto Francese (1600), abilissimo nel manipolare le carte da gioco e scrittore di un libro sull' argomento.

Con il XVIII e il XIX secolo si entra nella fase più ricca di grandi prestigiatori di tutta la storia dell' illusionismo. Giuseppe Pinetti (Orbetello, 1750) è uno degli artisti che hanno lasciato il segno: si esibiva in tutta Europa tanto da guadagnarsi importanti titoli nobiliari e sociali e da potersi permettere abiti di lusso e carrozze trainate da cavalli bianchi. La tradizione vuole che Pinetti facesse da maestro al conte De Grisy (in arte Torrini) che sarebbe poi stato a sua volta l' iniziatore di Robert-Houdin. Il nome di Pinetti verrà sempre ricordato quale sinonimo di classe ed eleganza, a volte portate all'eccesso, impreziosite da una fine presunzione che caratterizzava l'artista. Il vistoso dispendio di denaro era uno spettacolo nello spettacolo e il biglietto da visita recitava una filastrocca di titoli che suonava più o meno così: conte Giuseppe Pinetti Willedal di Merci, Professore di matematica e di fisica naturale, Cavaliere dell'ordine di San Filippo, Ingegnere-geografo, membro della Reale Accademia di Bordeaux, consigliere finanziario di S.A.R. il principe di Limburg-Holstein, Pensionato della corte di Prussica, ecc. ecc. Uno degli anedotti riguardanti Pinetti che ci viene tramandato è la sua uscita dalle sette (per qualcuno quindici) porte di Pietroburgo.

Pinetti venne visto mentre varcava contemporaneamente tutte le porte della città che era stato invitato a lasciare. Pinetti venne rovinato e cadde in miseria dopo che un tale Henry Decremps, mediocre illusionista, scrisse un libro in cui cercava malamente di spiegarne i trucchi. Intitolato "La magie blanche devoillè" (1784) rimane comunque un testo importante anche per gli artisti di oggi perché contiene quelle che sono considerate universalmente le 'regole' del prestigiatore.
A Torino, nel 1793, nacque colui che viene considerato il più grande prestigiatore italiano di tutti i tempi: Bartolomeo Bosco. Su di lui ci giungono decine di aneddoti, molti dei quali inventati di sana pianta, che tuttavia dimostrano la popolarità raggiunta dall' artista durante la sua carriera magica. Non ci è dato di sapere come fu iniziato all' illusionismo, fatto sta che Bartolomeo Bosco viveva la magia 24 ore su 24. Mentre era al mercato, ad esempio, cominciò a far apparire monete da alcune uova acquistate da un ragazzo il quale, dopo aver assistito al prodigio, decise di non vendere le rimanenti a nessuno, certo di possedere una fortuna.
E' questa una delle leggende ritenute fondate su questo incredibile personaggio. Un aneddoto invece sicuramente falso, nato dalla fantasia popolare, lo vuole alla corte di Napoli dove Bosco doveva esibirsi alle 8 in punto. Quando l'artista arriva, con oltre un' ora di ritardo, 'magicamente' tutti gli orologi in sala segnano le 8. Ma Bartolomeo Bosco viene ricordato dai prestigiatori di tutto il mondo per il gioco dei bussolotti, del quale abbiamo già parlato.
L' artista torinese perfezionò questo effetto trasformandolo in un vero miracolo ancora oggi presentato da migliaia di moderni colleghi. Bosco girò l' Europa con i suoi numeri e, dal 1821, lo vediamo esibirsi per il re di Hannover, per l' Imperatore Alessandro, per il re di Prussica, per il re di Danimarca, per Napoleone III.
Il suo spettacolo con effetti di altissimo livello era contraddistinto da una scenografia scura e macabra con candele e teschi, cosa che attirò le critiche del contemporaneo Robert-Houdin che assistette ad uno spettacolo dell'italiano.
Quest'ultimo, nato a Blois nel 1805, è da molti considerato il più grande illusionista di tutti i tempi. Orologiaio e figlio di orologiai, Jean-Eugene Robert, questo il suo vero nome, si avvicinò all' illusionismo dopo aver letto un libro sull' argomento consegnatogli per sbaglio da un libraio.
Il successivo incontro con il conte De Grisy, in arte Torrini, gli fece decidere di diventare illusionista a tempo pieno. La sua specialità era la costruzione di automi e macchine meravigliose che, al tempo, venivano considerate opere di magia.


Acquisì il nome d' arte Robert-Houdin prendendo il cognome della moglie Cecile e fregiandosi in questo modo di un appellativo già molto noto nel campo dell' orologeria d'allora. Quanto ai suoi spettacoli in salotti e teatri, Robert-Houdin eliminò completamente le scenografie e gli abiti tetri per presentarsi con un semplice, elegante abito da sera su un palco ornato solo con qualche tavolino e qualche attrezzo.

Ci avrebbe pensato l'artista, durante l' esibizione, a far apparire alberelli e a presentare le varie meraviglie magiche destinate a riempire la scena. Per tali ragioni Jean-Eugene Robert-Houdin è oggi considerato il rinnovatore dell'arte magica. Di lui ci rimangono le confidenze raccolte in un libro di ricordi: "Memoires d'un prestigeur" (1852), una sorta di autobiografia arricchita da aneddoti frutto della fantasia dell' autore. La tomba di famiglia dell' artista si trova nel cimitero principale di Blois, dove esiste anche una via che porta il suo nome, meta dei prestigiatori che giungono da tutto il mondo ad omaggiare questo grande artista.

Morto un Houdin se ne fa un altro. La battuta è di pessimo gusto ma quanto mai azzeccata. Tre anni dopo la morte del prestigiatore francese, infatti, venne alla luce Harry Houdini che, causa il cognome, viene spesso confuso con il suo predecessore. In realtà non si tratta di una coincidenza: Harry Houdini, infatti, è solo lo pseudonimo adottato dall' ungherese Erich Weiss, proprio in onore di Robert-Houdin di cui era un grande ammiratore. Erich scelse di diventare prestigiatore dopo aver letto il citato "Memoires d'un prestigeur" e non ebbe mai dubbi sulla carriera che avrebbe intrapreso. La sua passione per l' arte magica era quasi maniacale. Giovanissimo presentava spettacoli in taverne e pub in collaborazione con fratelli e amici che però presto lo abbandonarono a causa del suo carattere troppo perfezionista.


A vent'anni si sposò con la diciottenne Beatrice Rahner che divenne sua assistente in show sempre migliori di escapologia (termine che indica l'arte di evadere da qualsiasi legatura o incatenamento, coniato dallo stesso Houdini) di cui l'illusionista resta l' incontrastato Re. Le sue specialità erano esperimenti in cui, legato e incatenato mani e piedi, cercava di evadere da scatole o bauli a loro volta chiusi con catene e lucchetti e, spesso, calati in fiumi o laghi se non, addirittura, riempiti d'acqua.

Morto la notte di Halloween del 1926 in seguito a complicazioni post-operatorie, Houdini viene anche ricordato per la sua personale lotta contro i falsi medium e la magia spiritica, lotta che, a tutt'oggi, è portata avanti da scienziati, ricercatori e prestigiatori, tra cui lo scrivente.

A cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, lavorarono alcuni tra i più grandi artisti della storia della magia. Citarli tutti sarebbe un' impresa impossibile perché occuperebbero realmente un intero libro, senza contare gli aneddoti curiosi su cui sarebbe interessante divagare con ciascun artista. Ne ricordiamo solamente alcuni che ci porteranno ai personaggi dei giorni nostri. Gli Herrmann vengono ricordati come una delle più importanti 'famiglie magiche' della storia. Carl, nato nel 1816, fu il primo della famiglia a intraprendere la carriera di prestigiatore (anche se già il padre, Samuel, era nel mondo dello spettacolo).

Fece parlare di sé grazie ad alcuni numeri che già avevano fatto parte del repertorio di Robert-Houdin ma che per un pubblico profano erano autentici miracoli: la sospensione eterea di una persona (una sorta di levitazione), la bottiglia inesauribile, la cartella di produzione. Si dice che fosse stato uno degli assistenti dello stesso Robert-Houdin a svelare a Carl i segreti dell'artista francese. Si esibì a Londra, per mille serate consecutive, all'Egyptian Hall, stabilendo un primato difficilmente eguagliabile se si considera che, allora, l'Egyptian Hall era uno dei luoghi di spettacolo più rinomati e importanti. Poi fu la volta del salto in America che mutò anche il tipo di spettacolo da grande illusione scenica a numeri di manipolazione senza apparati che riscossero comunque un grande successo.

Il fratello di Carl, Alexander, proseguì la tradizione famigliare presentando in scena numeri di grande impatto alternati a 'semplici' manipolazioni. Divenne ricco e famoso ma morì d'infarto nel 1896, nel pieno della sua carriera. Toccò a sua moglie, Adelaide, proseguire sulla strada dello spettacolo magico facendo onore sia alla fama degli "Herrmann" sia all'arte magica, diventando una delle più brave e note donne divulgatrici di quest'arte. Kellar fu un altro dei grandi prestigiatori del diciannovesimo secolo la cui fama varcò terre e oceani arrivando fino ai giorni nostri. Nato povero con il nome di Harry Keller, ancora ragazzo partì per l'America dalla nativa Germania in cerca di fortuna.A New York assistette a uno spettacolo magico ed iniziò ad interessarsi al mondo della prestidigitazione ed in pochi anni divenne famoso in tutto il mondo grazie agli spettacolari apparati scenici e, soprattutto, alle grandi doti di attore che lo contraddistinguevano. Si ritirò, ricco e sereno, nel 1908 lasciando in eredità il suo spettacolo al suo assistente Thurston.. Morì quindici anni dopo.

Howard Thurston, come detto sopra, continuò a portare avanti lo spettacolo di Kellar con un perfezionismo maniacale tanto che oggi è ricordato dai prestigiatori di tutto il mondo come uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. Manipolazioni, grandi illusioni e un grande charme gli permisero di imporsi a livello mondiale tanto che il suo libro autobiografico, Life of Magic, fu uno strepitoso successo.

I primi cinquant'anni del ventesimo secolo furono caratterizzati da molti artisti anche se, ormai, l'epoca dei grandi spettacoli teatrali era finita, lasciando spazio alla nascente televisione. Ricordiamo Cardini, grande manipolatore di oggetti e noto per la sua squisita mimica, Horace Golden, perfezionatore del numero di Selbit in cui una donna viene segata in due pezzi, Sorcar, illusionista indiano con un repertorio di grandi illusioni degno dei Music Hall del passato, Okito, inventore di effetti e grande prestigiatore olandese che si esibiva in vesti orientali, Bustelli, artista italiano che si distinse particolarmente divenendo, per anni, sinonimo di prestigiatore nel nostro paese.

Giungendo ai nostri giorni, per quanto riguarda l'Italia, non possiamo non citare Silvan che, dai primi anni sessanta fino ad oggi, ha tenuto in mano la scena italiana e mondiale presentando numeri di manipolazione e grandi illusioni che entrano, di merito, nella storia della magia. Eletto per ben due volte "Magician of the Year" dall'Accademia delle Arti Magiche di Hollywood, Silvan (al secolo Aldo Savoldello) è anche un collezionista e cultore dell'Arte magica. Possiede una biblioteca con migliaia di libri sull'argomento e una collezione di poster e automi appartenuti ai più grandi prestigiatori del passato. Ha scritto una decina di libri sulla storia e sulla tecnica magica. In Italia si sono distinti negli ultimi anni anche Tony Binarelli, Aurelio Paviato e Alexander, professionisti meritevole di considerazione.

Per quanto riguarda i grandi spettacoli magici bisogna recarsi in America dove la palma d'oro è nelle mani di David Copperfiend, considerato il più grande illusionista del mondo grazie a numeri incredibili in cui ha, ad esempio, fatto sparire la Statua della Libertà e attraversato la Grande Muraglia cinese, e la coppia Sigfried & Roy titolari da anni a Las Vegas di uno spettacolo di grandi illusioni con elefanti, tigri, ghepardi ecc. Da ricordare anche gli altri prestigiatori contemporanei che stanno lasciando un segno indelebile nella storia dell'arte magica: l'inglese Paul Daniels, lo spagnolo Juan Tamariz, l'olandese Tommy Wonder, l'americano Lance Burton stanno portando avanti un discorso magico di cui sicuramente la storia terrò conto. Oltre a loro ci sono due grandi manipolatori-illusionisti che si dilettano sia con close up e la nuova street magic che con grandi performance da stunt, vere e proprie sfide ai limiti della follia, David Blaine e Criss Angel, che stanno lasciando un segno incredibile nella storia della magia.